“Vogliamo
un mondo senza etichette”;
“Vogliamo
un mondo dove non siamo giudicati per il colore della nostra pelle, per la
religione, per il modo in cui vi vestiamo o per la persona che amiamo”;
“Il mondo
che voglio è un posto dove mi sento liberare di esprimere la mia opinione, dove
sono libero di essere me stesso”;
“Vogliamo
un mondo senza violenza, dove nessuno rischia la sua vita per il desiderio di
sentirci liberi”;
“è un posto dove c’è sempre qualcuno accanto a
me, un amico o una persona su cui posso contare”.
Sono alcuni
dei messaggi che 5 giovani migranti e rifugiati residenti in Italia hanno
indirizzato al Direttore Esecutivo Fore in occasione della visita informale
agli uffici UNICEF di Roma.
Dal 2016
circa 45,000 minori non accompagnati hanno raggiunto le coste italiane
attraverso il Mediterraneo centrale. Nonostante nel 2018 i nuovi arrivi siano
stati inferiori dell’80% rispetto allo scorso anno, il numero di minori non
accompagnati continua a essere rilevante. La maggior parte dei minori non
accompagnati ospitati dal Sistema di accoglienza in Italia - 12,112 a Settembre
2018, sono ragazzi di 16 e 17 anni. Inoltre, circa 5000 non
registrati sono sfuggiti al sistema di protezione. Molti
di questi adolescenti diventeranno presto maggiorenni, e lasceranno presto il
sistema di accoglienza per via delle
povere condizioni e, più recentemente, all’incertezza create dal clima
politico.
Uno dei
percorsi chiave della risposta di UNICEF alla crisi è supportare i giovani
migranti e rifugiati nell’esprimere le loro opinioni. Per raggiungere questo
obiettivo UNICEF ha lanciato U-Report on the Move, una piattaforma unica nel
suo genere che, attraverso facebook, manda sondaggi e costruisce una comunità
digitale tra giovani migranti e rifugiati. Con più di 1,000 U-Reporter la
piattaforma consente ai giovani di parlare ed essere ascoltati sulle questioni
che li riguardano.
L’incontro
tra la ED Fore e i 5 U Reporters ha avuto luogo al Facebook Community Hub, uno
spazio per l’apprendimento digitale lanciato alla Stazione Termini di Roma, dove
presto UNICEF lavorerà su laboratori per potenziare le competenze del 21 secolo.
Durante l’incontro gli U-reporter hanno avuto modo di condividere le sfide che
affrontano ogni giorno - tra cui le lunghe attese per i documenti e per i trasferimenti
- ma anche speranze e sogni, descrivendo un mondo dove nessuno è costretto a lasciare
il proprio Paese e dove ogni minore ha diritto alla protezione, un mondo senza
discriminazione, dove ognuno è libero di esprimere la propria opinion senza
paura di esser giudicato.
“Nel mondo
che vorrei tutti I bambini e gli adolescenti vivono in famiglia, non da soli”
“È un posto
dove non esiste la povertà e dove ognuno ha la possibilità di cambiare la propria
vita”
“Nel mondo
che voglio ho la possibilità di studiare e trovare un lavoro, e di aiutare la
mia famiglia”.
Diritti che
dovrebbero essere garantiti a ogni bambino e adolescente in tutto il mondo e
che invece non sono così ovvi per giovani migranti e rifugiati. Tra i messaggi
dei ragazzi, anche la richiesta di ulteriori sforzi per assicurare che giovani migranti
e rifugiati abbiano accesso ai servizi e alle opportunità di cui tutti gli adolescenti
godono, prima di tutto la possibilità di vivere in un ambiente familiare in cui
possano crescere in salute, lontano da preoccupazioni e difficoltà.
“Un posto
dove posso essere fiero di essere la persona che sono”
“Il mondo
che voglio è un posto dove posso sentirmi a casa”.